Esiste almeno un altro modo di intendere la filosofia rispetto all’opinione comune che considera questa materia come astratta speculazione intellettualistica, pura contemplazione concettuale distaccata ed inadeguata nel rapporto con le questioni pratiche della vita quotidiana. Questo modo, che per riprendere le parole di Pierre Hadot segna la differenza fra il discorso filosofico e la filosofia, affonda le proprie radici nella cultura antica, con particolare riferimento a quanto avvenne durante l’età ellenistica e romana, per poi emergere nuovamente nei testi di quegli autori moderni più interessati ad elaborare strumenti per insegnare a vivere, che allo sviluppo di sistemi metafisici coerenti.
Tornando all’ellenismo ci collochiamo in un periodo storico che, seguendo in prima battuta le imprese di Alessandro Magno e la progressiva diffusione di regni a base militare, si protrae dalla fine dell’indipendenza delle poleis greche (338 a.C.) fino alla nascita dell’Impero Romano.
In questa fase la filosofia si caratterizza per l’emersione del primato della saggezza (phronesis) sulla conoscenza intellettuale (sophìa), acquisendo una dimensione sempre più formativa anziché informativa. Le parole dei maestri delle principali scuole dell’epoca (stoica, epicurea, cinica, accademica e scettica), si rivolgono quindi ai propri discepoli con l’obiettivo di favorirne l’evoluzione personale, affinché possano conseguire uno stile di vita libero dagli eccessi oppressivi dovuti al tumulto delle passioni e dei desideri effimeri, in modo da riuscire a godere senza turbamento della vita in ogni circostanza, nel suo darsi continuo attimo dopo attimo.
Nei testi di questi autori rintracciamo dunque una serie di pratiche suggerite allo scopo di promuovere l’arte della vita nell’effettiva cura di sé. Queste pratiche sono ciò che Pierre Hadot chiamerà esercizi spirituali: vere e proprie forme di allenamento della propria disposizione interiore, attraverso l’educazione del pensiero, dell’immaginazione e del sentimento, volte a rendere sempre più abituale una forma di vita pienamente vissuta.
Sarà a partire da questi esercizi spirituali, arricchiti da altri spunti filosofici emersi nei decenni e nei secoli successivi, che intenderò proporre in queste pagine-blog un modo accessibile ad ognuno per provare a vivere nel migliore dei modi l’attuale circostanza storica, ma che potrà tornare valido anche in quelle che saranno a venire.
In questi termini muovere dei passi interiori significherà intraprendere la via dell’askesis, esercizio all’arte della vita che non si mortifica, ma che si disciplina allo scopo di godere di ogni istante per elevarsi infine nella prospettiva del Tutto.