Dopo due mesi di reclusione casalinga, tornare a muovere dei passi nel mondo suggerisce ad ognuno traiettorie ed andature diverse. Chi con entusiasmo, chi con prudenza, chi con incauta temerarietà, riprendiamo gradualmente terreno nella vita, adattandoci ad una realtà che assomiglia a quella che abbiamo lasciato soltanto in apparenza.
Ci accorgiamo passo dopo passo, che non saranno le riaperture a portarci indietro nel tempo e che soltanto la capacità di integrare ciò che siamo stati negli ultimi due mesi nel percorso complessivo della nostra vita, potrà darci lo slancio per orientarci in un mondo che si delinea ormai di fatto come un altrove. Un altrove da scoprire e da reinterpretare alla luce di ciò che siamo diventati durante l’esperienza estraniante dell’assenza.
In questa occasione può tornare d’aiuto attingere a quell’approccio filosofico che fonda le sue basi negli esercizi di scrittura autobiografica, i quali consentono di approfondire la conoscenza di sé, per intendere la vita come un percorso continuativo, anziché come un insieme di frammenti, isolati ed incongruenti.
La risposta scritta alle seguenti domande sarà un modo per ritornare sui nostri passi e riconnetterci con la persona che siamo stati, nella consapevolezza di tutte le novità che questa esperienza ha determinato, in modo da riuscire a muoverci nell’incertezza di un mondo mutato.
Riconnessione autobiografica attraverso la scrittura di sé:
- Ritorno con la memoria alla fine di febbraio: quale situazione di vita stavo vivendo? Quali erano i miei progetti e in che modo li stavo affrontando?
- Come l’esperienza della quarantena ha modificato quella situazione?
- Quali nuove risorse, che non sapevo di avere, ho attivato per vivere al meglio in essa?
- Quali nuove abitudini ho intrapreso, che spero di poter continuare a vivere in futuro?
- Come posso integrare queste novità in un rinnovato progetto da portare nel mondo?