Il tentativo di oggi è quello di fare un passo oltre le opinioni, i dati e le tante parole dette e sentite nel provare a comprendere ciò che sta accadendo. Il tentativo di oggi è quello di fare un passo oltre, nel rispetto di quanto stiamo vivendo, per riscoprire il valore del silenzio. Un silenzio che sia vivo nella sua sospensione e che, come la pausa in musica, sappia attrarre l’attenzione per farci concentrare sulla melodia.
La forma di questo silenzio è quella che gli scettici chiamavano epoché, ovvero la sospensione dei giudizi di valore rispetto agli avvenimenti. Mettere in pausa la ricerca di verità, la volontà di affermare cosa sia giusto o sbagliato e concedersi infine il tempo per il raccoglimento.
In questo stato di silenzio e rinnovata intimità con noi stessi potremo così dare ascolto alle voci interiori che risalgono dalla nostra profondità, accogliere le emozioni e i sentimenti che continuamente ci attraversano e prenderci cura con franchezza di tutta la nostra fragile umanità. Solo alla fine, quando il tempo della nostra pausa starà volgendo al termine, sarà il momento di ricollocarci all’interno del contesto generale, riuscendo forse un po’ meglio a distinguere la nostra voce in mezzo a tante altre.
In questo modo avremo compiuto una vera e propria meditazione filosofica, sperimentando ciò che i greci intendevano per prosoché (attività di raccoglimento per osservare il proprio stato psichico, corporeo e mentale) e parresia (capacità di dirsi la verità con franchezza), riuscendo quindi ad accogliere noi stessi con premura e a collocarci nel mondo con maggiore consapevolezza.
L’invito è dunque quello di trovare il momento e la posizione congeniale al raccoglimento per riscoprire il valore terapeutico del silenzio.
Buona meditazione filosofica!